venerdì 17 ottobre 2014

Via degli Abati

Ciao

Massimiliano propone di andare sull'appennino dove esiste la Via degli Abati , un sentiero che va da Bobbio a Pontremoli per circa 125 molto più impegnativo della Via Francigena.
Abbiamo solo 3 giorni a disposizione e quindi decidiamo di percorrerne un tratto a ritroso partendo da Borgo Val di Taro  dove arriviamo in treno verso le 10 di mattina.
Ci accoglie Piergiorgio, che ci dà con competenza e disponibilità tutte le informazioni di cui abbiamo bisogno e le indispensabili cartine senza le quali avremmo avuto seri problemi i giorni successivi.




eccoci con Piergiorgio, splendida accoglienza

il primo cartello del cammino

Oriano e Massimiliano

dopo neanche un'ora di cammino ecco le scarpe di Oriano comperate solo circa 20 anni fa. Per fortuna Massimiliano ne aveva un paio di scorta.


Il primo giorno camminiamo circa 5/6 ore fino alla località Caffarraccia. Percorso tra i boschi , sali e scendi  per fortuna ha smesso di piovere. Arriviamo al la piccola frazione dove ci sono poche persone.



bellissimo comminare nei boschi con i colori autunnali









Arriviamo all'alloggio per la notte. 
L'accoglienza della signora del '36 è unica: troviamo due stufe a legna accesa nella casa tutta per noi. Inoltre sui fornelli ci lascia delle pentole con il sugo ragù e funghi e scaloppine con i funghi; la torta fatta in casa due bottiglie di gotturnio locale e tre letti con lenzuola fragranti- prezzo contenuto - davvero un'accolgenza unica!



se passate da Caffaraccia fermatevi in questo bed and breakfast e poi mi direte



ecco il panorama


la stufetta accesa con scorta di legna a disposizione


la signora ci racconta la storia di questi due martiri partigiani  del paese


sono zone che si stanno spopolando, resiste l'attività di spaccalegna


la seconda tappa è di 7 ore il giorno successivo, sbagliamo anche sentiero e la allunghiamo di quasi un'altra ora. andiamo da Caffaraccia a Bardi, paese di 1400 persone dove possimo assaggiare il tartufo nero che si trava in questa zona assieme all'immancabile gotturnio.


Oriano , il compagno perfetto per questi viaggi.


siamo in arrivo a Bardi , era ora.





il castello di Bardi


il giorno successivo la tappa è di 5/6 ore da Bardi a Groppallo, dobbiamo essere all'arrivo per le 12, quindi sveglia alle 4,30 e con poca sosta arriviamo alle 11,30 a Groppallo dove viene un piccolo pulmino a chiamata a portarci a Piacenza


insomma tre giornate molto belle , camminate abbastanza faticose in ambiente molto isolato, non trovi ristoro per molti km. e si incontrano pochissime persone. In boschi pieni di cinghiali, grande l'ospitalità emiliana , speriamo tornarci per completare la Via degli Abati.























martedì 19 agosto 2014

Con la testa tra le nuvole: Ciamporino, Pizzo Diei, Cistella.



17 agosto 2014
 
Le previsioni del tempo, dicono, sono ottime, ci si presenta una giornata non troppo impegnativa, poi, sempre dicono, la vista dal Cistella è un incanto giustamente considerata come una delle più belle cime dell’Ossola, tipo dal tetto del mondo.
Siccome abbiam deciso di prendercela comoda prenderemo la funivia che porta direttamente all’Ciamporino (m. 1975) che così risparmiamo un 500 metri di dislivello e, una volta al Cistella verificheremo la possibilità di rientrare attraverso il rifugio Crosta e poi giù fino a San Domenico (non abbiam un granché di informazioni circa il tempo di percorrenza di questo ultimo tratto – scopriremo poi che al Ciamporino le indicazioni del tempi non le abbiam viste, e dire che eran lì in bella mostra su una palina segnavia… sigh!).
Alle 8, non prima tanto la seggiovia apre a quell’ora, siamo a San Domenico: giornata fresca, 6 gradi centigradi, un freddo bestia!
I lavori per le nuove seggiovie sono in corso, il primo tratto, fino a Colle di Ciamporino (m. 2283), si snoda su una “strada di servizio” per i mezzi, tratto noiosetto, ma ottimo per fare un po’ le gambe.
Dovrebbe esserci da qualche parte anche il sentiero originario, ma per i neofiti di questa valle non è facile rintracciarlo.

Appena prima del colle individuiamo finalmente il sentiero, si devia decisamente a sinistra, su un morbido traverso, poi inizia la pietraia ed l’imponente massiccio del Diei lasciandoci la Punta del Dosso sulla destra. 



Seguendo gli ometti e i segnavia biancorossi si arriva a un bivio (m. 2700 circa).








Voltando a sinistra imbocchiamo un ripido canale (l’ultimo brevissimo tratto si sale aiutandosi con le mani) che ci porta direttamente sulla sommità del Pizzo Diei  (m.2906).

La vetta è un vasto mottarozzo tondeggiante, il paesaggio un po’ lunare. Appena dopo di noi salgono in vetta anche le prime nubi, sopra di noi il cielo è terso, sotto di noi iniziano ad addensarsi le nuvole.



Sempre seguendo i segnali biancorossi e gli ometti scendiamo con il Cistella di fronte a noi (Già, ma dove è? Le nubi ormai la fanno da padrone).
Giungiamo ad uno stretto e tortuoso canaletto  che in pochi minuti ci porta sul pianoro appena sotto la traccia per la salita al bivacco Leoni e la vetta del Cistella che si raggiunge in circa 15’ con l'ausilio di un breve tratto attrezzato con catene.

Ormai siamo avvolti dalle nuvole, le speranze che ci concedano qualche scorcio di paesaggio non ormai vicine a zero. Da qui bivacco Leoni, vetta del Cistella e ritorni al Leoni per il pranzo. Tutto attorno solo nubi, ma la conformazione delle rocce di questi luoghi merita comunque l’ascesa.
Nota di colore, l’immancambile aperitivo, un Campari col bianco non lo si nega a nessuno. Un grazie a chi si è portato a spalle l’occorrente.
Dopo un breve conciliabolo, data anche la ascarsa visibilità e non conoscendo la sentieristica, scegliamo, dopo esserci consultati con altri escursionisti, di rientrare verso Ciamporino abbandonando l’idea di scendere verso il Rifugio “Crosta” e da lì a San Domenico.
















Dalla vetta si ridiscende al pianoro puntando verso il pizzo Diei e alla sua base prendere il sentiero a sinistrache in meno di una ora ci condurrà al bivio iniziale Diei-Cistella. 
In alcuni tratti il sentiero è molto esposto, occorre quindi passo
sicuro. Si attraversano diversi ghiaioni e pietraie, alcune delle quali poco stabili.



Una menzione particolare agli ometti segnavia e alle tracce biancorosse che ci hanno permesso un agevole rientro anche in condizioni di pessima visibilità!

Dal bivio Diei-Cistella il rientro è per il medesimo sentiero dell'andata.
Escursione decisamente da ripetere in futuro sperando in condizioni di visibilità migliori (almeno per gustarci lo splendore che “dovrebbe” esserci tutto attorno).

Unica nota di rammarico il tratto Alpe-Colle Ciamporino è ormai un crocevia di orrendi piloni, tralicci per gli impianti di risalita e improvvisate strade di servizio per i mezzi, segno che sport invernali e trekking difficilmente possono coesistere.






Dopo l'ottima descrizione inserita da Stefano R. aggiungo solo qualche foto, abbiamo partecipato in 8 alla camminata e c'erano vari fotografi:

vista sul Monte Rosa


Federico, Stefano R. Dario V. Stefano M. Emanuele
Stefania Laura Luca 

Laura

Luca sulla vetta del Cistella

amici di percorso

temperatura attorno allo 0

Emanuele ci saluta e rimanda alla prossima

venerdì 27 giugno 2014

Il sentiero del fiume





Ciao
da Mandello Lario, sul  lago di Lecco, si sale verso la frazione Somana
si lascia l'auto.
Dopo circa mezz'ora si arriva al fiume che si attraversa varie volte.



compagni di cammino: Emanuele e Luca



un gran bel posto che specialmente quando fa molto caldo invita a belle rinfrescate nel ruscello e nei numerosi laghetti di acqua limpida che si incontrano


si sal per circa due ore su un sentiero che nei tratti più ripidi o scivolosi ha una catena che aiuta a non scivolare




Si giunge all'alpe Era col sentiero 15b.






Da quì si vede bene il Sasso Cavallo , dove c'è una ferrata che prima o poi cercheremo di percorrere

Il ritorno lo effettuiamo per il sentiero n.15, facile e panoramico che ci riporta in 1 ora e mezza a Mandello Lariano dove ci attende una ottima birra in riva al lago.

E' stato un bel giretto in una giornata che non ci permetteva di andare troppo in alto per la pioggia--

grazie ai compagni e alla prossima.






mercoledì 21 maggio 2014

Verso il Pizzo Nero

Oggi arriviamo abbastanza presto a Macugnaga deserta alle 7.30.
Neanche un bar aperto per un caffè, comunque no problem si parte per l'alpe Bletz



ecco 3 dei quattro partecipanti:
Claudio -Fabrizio - Emanuele

Alpe Sghena a 1900 mt circa dopo aver oltrepassato un bosco di pini. Siamo saliti da 1250 mt abbastanza rapidamente
Ora mettiamo i ramponi: c'è ancora molta neve a maggio, quaest'anno ne ha fatta tanta.

prima pausa:: il tempo non è perfetto , ci sono nuvole basse verso i 2200 mt . Decidiamo di salire ancora.


sulo sfondo il Lago delle Fate in valle Quarazza

Ecco la cresta del Pizzo Nero . Purtroppo decidiamo di ritornare a valle perchè le nuvole sono basse .  speriamo ritornarci presto perchè percorrere questa cresta Est di 500 mt deve essere molto bello.

 ricordo all'alpe Sghena . Bella giornata.

impossibile decrivere il profuo di resina. di pini che si sentiva in questo bosco, scendendo verso Pecetto.

il cimitero di Macugnaga dove sono sepolti molti alpinisti morti sulla parete Est del Rosa. Accanto il tiglio del 1200 , spettacolo della natura nel contesto stupendo di questa zona.

Grazie dell'attenzione e hasta la proxima!

Monte Tamaro

Con l'amico Dario andiamo sul Tamaro in inverno, una bella camminata sulla neve. al ritorno troviamo nebbia e neve alta dove si sprofon...