MISSIONE 4061 COMPLETATA
4061, che è il nome della "missione", è anche la quota di arrivo che abbiamo varcato grazie a due bellissime giornate: IL GRAN PARADISO!
Era un po' che avevamo in mente di varcare un 4000... Eravamo però incecisi e titubanti, a fine luglio era impossibile salire al Gran Paradiso a causa del gran numero di gente presente nei vicini rifugi e... Anche la Capanna Margherita, sul Monte Rosa, sicuramente era nelle stesse condizioni.
E poi... Ce la faremo a raggiungere i 4000 metri d'altezza? L'unica volta che siamo andati abbiamo sofferto parecchio l'eccessiva altezza, anche se il ghiacciaio di Felik l'avevamo raggiunto in giornata (vedi apposita sezione!).
Ma noi ci proviamo, se poi non riusciamo pazienza. E allora via, come di consueto, con la classica foto dei "preparativi", una volta arrivati con l'auto nella splendida Valsavarenche.
Una bella foto la merita la bella Valsavarenche, dova la mano dell'uomo è molto limitata probabilmente grazie al fatto che il Gran Paradiso è parco nazionale.
Dopo aver pranzato nel piccolo paese con un buonissimo piatto di tagliatelle ai funghi porcini, partiamo, con obbiettivo Rifugio Vittorio Emanuele, "campo base" per la meta del giorno dopo. Il paesaggio è sempre bellissimo!
Pian piano si sale, laggiù si intravede il parcheggio dove prima avevamo lasciato la macchina. Le piante sono sempre più rade, siamo quasi a 2500 metri di quota. Il parcheggio dell'auto -va ricordato - è a quota 1960 metri.
Uno sguardo alle montagne intorno alla valle. Tutte molto belle, così come è stato molto bello il cielo azzurro che abbiamo avuto nei due giorni (azzurro che in città purtroppo vediamo solo nelle giornate di vento a causa dell'inquinamento!).
Sembra di vedere qui film sugli indiani dove sullo sfondo ci sono i canyon e le montagne del deserto dell'Arizona e la roccia è colorata di rosso.
Sopra i 2500 metri. Come da copione, il paesaggio inizia a farsi più "duro", senza prati verdi e con qualche ghiacciaio intorno a noi. La montagna in primo piano dovrebbe essere il Ciarforon, che raggiunge un'altezza massima di 3642 metri. Semra così in alto...
Sopra i 2500 metri. Come da copione, il paesaggio inizia a farsi più "duro", senza prati verdi e con qualche ghiacciaio intorno a noi. La montagna in primo piano dovrebbe essere il Ciarforon, che raggiunge un'altezza massima di 3642 metri. Semra così in alto...
Altra foto alle montagne circostanti la valle!
Ormai siamo al Rifugio Vittorio Emanuele, a quota 2775 metri. Il Ciarforon è vicino a noi, ed il paesaggio è sempre più duro!
Eccoci al nostro campo base! Qui si è cenato la sera e dormito. Per Massimo è stata fondamentale la conoscenza di alcuni compagni di viaggio che lo hanno convinto a partire il giorno dopo!
una montagna di fronte a noi dal rifugio
Alle cinque sveglia, colazione, preparazione con imbragatura, ramponi, corda, picozza e... via, con le torce per illuminare il terreno. Siamo partiti al buio!
La sveglia così presto ci ha consentito di ammirare l'alba tra le montagne. Difficilmente i nostri occhi e la nostra mente dimenticheranno quello che abbiamo visto oggi!
Il sole si stà alzando. Magnifica immagine, che non necessita di presentazioni.
Intanto ci stiamo alzando di quota, e dopo aver fatto un passaggio abbastanza difficoltoso ci avviciniamo al ghiacciaio di Laveciau, a circa 3400 metri d'altezza.
Ultimo tratto su pietraia. Da qui in poi, ramponi a piedi e cordata!
Ecco l'ingresso del ghiacciaio, dove cia stiamo attrezzando per percorrerlo in sicurezza.
Uno sguardo al maestoso ghiacciaio, che dovremo percorrere fino alla cima. Il freddo si faceva sentire!
Pronti, via, attenti ai numerosi crepacci presenti lungo il nostro percorso.
Una cordata ci precede aprendoci la strada.
Tanta fatica e dopo circa un'ora riusciamo per la prima volta a vedere il sole sulla neve. Qui il vento era fortissimo, ma era anche l'unico "rumore" che potevamo sentire! Noi e la natura, la natura e noi!
Per me (ste) il momento più emozionante e bello della scalata è stato forse quando siamo spuntati sulla cresta attorno ai 3700 metri e c'era un forte vento che sollevava mulinelli di neve. preocedevamo in silenzio in cordata a 10-15 metri uno dall'altro facendo attenzione a non farci spostare troppo dal vento gelido: bellissimo- solo pochi elementi semplici della natura: vento, freddo, neve sole e concentrazione sullo sforzo per la salita cercando di risparmiare forze per le rampe finali!
Ce la stiamo facendo! Siamo stanchissimi, una fatica forse mai provata prima, ma con una grossa soddisfazione: siamo a 4000 metri d'altezza. Non mi interessa il "record", ma quello che da lassù si vede. E ora comprendo anche quello che i vari Zurbriggen prima e Messner poi provano raggiungendo la vetta di un gruppo montuoso: una senzazione indescrivibile. Bisogna prima provarla e poi commentarla...
Ce la stiamo facendo! Siamo stanchissimi, una fatica forse mai provata prima, ma con una grossa soddisfazione: siamo a 4000 metri d'altezza. Non mi interessa il "record", ma quello che da lassù si vede. E ora comprendo anche quello che i vari Zurbriggen prima e Messner poi provano raggiungendo la vetta di un gruppo montuoso: una senzazione indescrivibile. Bisogna prima provarla e poi commentarla...
La Madonna del Gran Paradiso ci accoglie in vetta. Marino è il primo ad arrivare alla meta!
Una foto del Monte Rosa e del Cervino dalla vetta. E' incredibile quello che si vede da lassù!
Per salire abbiamo passato, come detto, buona parte della mattinata sul ghiacciaio. Questo è il tratto finale, prima della meta.
Foto di gruppo: Massimo, Emanuele, Stefano e Marino.
Ancora una foto al magnifico panorama, prima di stappare una bottiglia di rosso che Marino ha provveduto a portare!
Inizia la discesa. Arrivederci Gran Paradiso, è stata un'emozione unica!
I ghiacciai si ritirano. ma abbiamo ancora la possibilità di vedere questi 30 metri accumulati. Chissà se tra qualche anno saranno ancora lì...
Nella discesa ammiriamo il Monte Bianco. Dalla vetta si vedevano praticamente tutte le vette più importanti delle Alpi, compreso il Monviso.
Il ghiaccio deve essere rispettato... Qui un crepaccio molto profondo; ecco perchè serve molta attenzione e cautela.
Insomma, è stata un'esperienza per me indimenticabile, mi ha permesso di vedere quanto è bello il mondo. Questa giornata mi rimarrà a lungo - forse sempre - nel cuore!
Un ringraziamento lo devo a Stefano, Marino e Massimo per aver condiviso quest'emozione!
Alla prossima,
Emanuele